venerdì 24 agosto 2012

BAHIA: UN OCEANO DI LUCE DENTRO ALL'INFERNO

Immaginatevi di tagliare in due il brasile a bordo di un autobus e immaginatevi di dover stare sul suddetto autobus per 24 ore.  Immaginatevi anche di essere in una condizione fisica strana: la condizione di uno che non riesce a dormire piu' di due ore perche' quello che vede fuori dal finestrino e' il fast forward di un documentario della National Geographic. Beh ecco quello che mi e' successo. Zone desertiche, cactus giganti, paesini abitati da persone che vivono come in un altro mondo, chilometri e chilometri di foresta, canyon verdi pieni d'acqua. E ancora cittadine, paesini, palme e vallate immense con solo qualche vacca o qualche cavallo selvatico. Un viaggio meraviglioso e la sensazione che qualsiasi occhiata io stessi perdendo da quel finestrino, era un'immagine incredibile persa. Difficile addormentarsi.

Salvador (nessuno qua la chiama Salvador do Bahia, e non si sa perche' noi la chiamiamo cosi', comunque Salvador e' la citta' e Bahia e' lo stato) mi ha accolto in un buio pomeriggio piovoso. Dopo i racconti ed i commenti preoccupati di tutti (<<Stai attento,  mi hanno scavallato 5 volte in una settimana>>, <<E' pieno di drogati che non ci mettono niente a spararti per avere due soldi>> etc. etc.) pensavo di arrivare dritto all'inferno. Con quella pioggia poi... Fortuna che ad aspettarmi c'era Joao, un taxista buono e corpulento, che sarebbe stata la mia guida per questi giorni. Non sapevo quanto mi sarei fermato, ma certo non immaginavo che sarebbe stato il posto piu' importante del mio viaggio.

Gia' perche' proprio quel posto che ad una prima occhiata e' una citta' bizzarra e piena di brutta gente, e' in realta' la citta' con piu' energia che abbia mai visitato. Non staro' qui a fare una disamina delle bellezze del posto, ma spero vi basti immaginare che praticamente tutto quello che sapete sul Brasile (a parte il <<fucibol>> e le fighe in bikini) e'  qualcosa che proviene da Bahia. La capoeira, le batucadas (gruppi di percussionisti), tutti i vari strumenti, soprattutto percussioni, che avete sentito suonare magari a una qualche festa dell'Unita' (pardon Festa Democratica)... E poi ancora quelle belle immagini di una bellissima donna di colore che si affaccia ad una finestra colorata. E poi spiagge piene di gente e tanta, tanta tantissima musica.

Tutto questo e' Salvador. Ma io non sono venuto qui per imparare a ballare capoeira o per imparare a suonare qualche strumento come fa la maggior parte delle persone che passa da qui, ma per entrare un po' nella realta' del candomble', il culto  afrobrasiliano che ha una storia vecchia quanto il mondo ed e' molto, molto influente sulla vita delle persone di Bahia, e non solo.

Grazie a varie coincidenze ho conosciuto Mae V., una Mae do Santo, la piu' alta carica nel candomble'. E' una <<Big Mama>> con gli occhi profondi come il cielo, uno sguardo benevolo, una pazienza infinita e una forza incredibile. Questa donna vive nel mezzo di una favela (quartiere di San Marcus) a mezz'ora di macchina dal centro di Salvador (che per la croncaca si chiama Pelourinho). Ha una comunita' di donne che aiuta indistintamente chiunque si presenti alla sua porta. Adesso ha anche una scuola ed insegna a 40 bambini tutti figli di genitori tossicodipendenti. Lei non si ferma mai, non fa mai vacanza, si alza alle 6 e va a letto alle 10. Ogni giorno nella sua comunita' c'e' da mangiare per tutti. E la vedi li', cosi', ci parli e ti sembra una signora, una <<sciura>> come potrebbe essere la vostra vicina di casa, in pantofole e vestito a fiorellini.
Una come lei per me e' una vera VIP del mondo. Una donna straordinaria. Ringrazio il cielo di averla incontrata.

Da bambina, dai 3 ai 18 anni, Mae V. ha avuto una malattia rara alla pelle, nessuno le si avvicinava ed era sempre da sola. Quando si e' avvicinata al Candomble' ha cominciato a stare bene. Proprio quando e' guarita e' stata chiamata a lavorare per il Candomble', e ad aiutare gli altri. E da li' non si e' piu' fermata. Una vera santa.

Cosi' ancora una volta questo viaggio mi ha sorpreso e mi ha fatto capire dove poter trovare la luce anche nei posti dove droga, poverta' e violenza sono l'ordine del giorno. Forse, come dicevo nel primo post del viaggio (vedi http://laprovadellesistenzadiquesto.blogspot.com.br/2012/07/sulla-barca-che-non-si-ferma-mai.html) sto cominciando a capire la mia barca in che direzione stia andando.

ilmolinari


1 commento:

  1. per i parenti di lingua spagnola occorrerebbe qualche frase nella loro lingua!

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